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Crisi economica e sport: i dati della ricerca Uisp

Quanto incide la crisi econimica sulla pratica sportiva? Quanto condiziona la necessità di fare sacrifici e contenere i consumi da parte delle famiglie? "È evidente che sono le famiglie e i singoli praticanti a farsi carico delle spese, pur di continuare a praticare sport, ed è intuitivo che tale trend non possa continuare a lungo". Durante i Campionati italiani di nuoto Uisp master e giovanili (Torino, novembre 2011) sono stati raccolti circa 800 questionari tra i partecipanti, a cura della Lega nuoto Uisp. Emanuela Recchini, ricercatrice di statistica, ha elaborato i dati in un rapporto che verrà pubblicato sul prossimo numero di Stile Libero (Numero 1 del 2012). Ne anticipiamo alcuni passaggi.

"L’Italia è investita dalla crisi economica che in questi anni si è rapidamente diffusa in tutto il mondo. I dati macroeconomici segnalano lo spettro della recessione, con specifiche preoccupazioni anche a livello microeconomico.
Le società sportive, che vivono di finanziamenti degli Enti locali, sponsorizzazioni delle piccole imprese e sostegno da parte delle famiglie, si ritrovano a dover fare i conti con un marcato ridimensionamento delle fonti di sostentamento. Vengono meno i fondi pubblici, si allontanano gli sponsor e le famiglie non sono più in grado di sostenere gli oneri che la pratica sportiva comporta. Eppure lo sport, quello di base in particolar modo, in quanto fenomeno sociale capace di generare legami tra le persone e i gruppi, riveste da sempre un ruolo importante per i singoli e le comunità: crea appartenenza, è luogo di identificazione sociale, di acquisizione di regole, di confronto con l’altro. Lo sport inoltre si caratterizza, tra le attività umane, per la sua enorme potenzialità di riunire e raggiungere tutti indipendentemente dall’età e dall’origine sociale. Quali le conseguenze di questa crisi per lo sport di base? Come dar voce a quella che potrebbe essere una leva non trascurabile per il cambiamento economico e sociale?
Per comprendere meglio come la crisi stia incidendo sullo sport di base, la Uisp ha intervistato gli atleti che hanno partecipato ai recenti Campionati italiani Uisp di nuoto tenutisi a Torino il 26 e 27 novembre 2011. Un questionario appositamente predisposto è stato somministrato a 525 atleti di età compresa tra i 10 e i 92 anni, di cui 227 femmine e 298 maschi. Sono 306, ovvero il 58 per cento del campione di riferimento, gli atleti che denunciano l’aumento dei costi per partecipare alle attività in piscina rispetto all’anno precedente; ciò nonostante, il 48 per cento di essi continua a praticare nuoto con la stessa frequenza e per ben il 35 per cento la frequenza è aumentata rispetto all’anno precedente. Inoltre, a fronte dell’11 per cento di intervistati che dedica meno tempo allo sport in generale (non solo nuoto, quindi), vi è il 43 per cento di atleti che dedica lo stesso numero di ore alla pratica sportiva e ben il 46 per cento segnala un aumento del tempo ad essa riservato. Il 91 per cento degli intervistati non ha notato una diminuzione, rispetto all’anno precedente, degli utenti nell’impianto in cui pratica nuoto, al contrario, il 39 per cento di essi dichiara un aumento del numero di utenti.
Quel che emerge, apparentemente in controtendenza rispetto al momento di grave difficoltà economica che sta attraversando l’Italia, trova riscontro anche nelle statistiche ufficiali, che mettono in luce un aumento della propensione alla pratica sportiva, passata dal 26,8 per cento del 1997 al 32,1 per cento del 2011. È evidente che sono le famiglie e i singoli praticanti a farsi carico delle spese, pur di continuare a praticare sport, ed è intuitivo che tale trend non possa continuare a lungo".